Studente: MANUELA DEMARINIS
Scuola: LICEO "DE NITTIS-PASCALI" | LICEO "DE NITTIS-PASCALI"
Sfida: 4 | Critica con AI
L’immagine interpreta in chiave surreale il celebre paradosso del Gatto di Schrödinger, un esperimento mentale che incarna i misteri della fisica quantistica. L’opera raffigura una stanza al confine tra sogno e scienza, dove convivono due realtà opposte: il gatto vivo e il gatto morto, fusi in un’unica presenza ambigua. La stanza, ispirata ai mondi impossibili di Escher e alle atmosfere enigmatiche di Magritte, si fa teatro della sovrapposizione quantistica, in cui ciò che è reale dipende dall’osservazione. Il gatto, protagonista e simbolo, appare diviso: una metà vivida, pulsante, l’altra scheletrica, traslucida, quasi evanescente. Attorno a lui, dettagli simbolici amplificano il tema: una lavagna con equazioni, un atomo fluttuante, e una finestra che si apre su un universo astratto, suggerendo che ciò che non vediamo può essere altrettanto reale. Il pavimento a scacchiera e le prospettive distorte evocano l’instabilità della realtà quantistica, dove le regole classiche sembrano sgretolarsi. In questa sintesi tra arte e scienza, l’opera rende visibile l’invisibile, trasformando un concetto complesso e controintuitivo in un'immagine poetica e suggestiva. Il confine tra ciò che è osservato e ciò che è possibile si dissolve, lasciando spazio alla meraviglia, alla domanda e alla possibilità che la realtà sia ben più sfumata di quanto sembri.