Studente: Giampiero Catino
Scuola: LICEO SCIENTIFICO "VALDEMARO VECCHI" | LICEO SCIENTIFICO "VALDEMARO VECCHI"
Sfida: 4 | Critica con AI
Nel mezzo di un laboratorio ipertecnologico, immerso in una penombra blu-violacea punteggiata di luci fredde da monitor e strumenti scientifici, si materializza una figura umanoide fluttuante, alta e slanciata, composta interamente da una tessitura di stelle pulsanti, nebulose color ametista e filamenti di polvere cosmica dorata. Ogni suo movimento, sebbene impercettibile, lascia scie luminose che si dissolvono lentamente nell’aria, come se la sua presenza alterasse lo spazio intorno. La figura non ha tratti del volto definiti, ma i contorni sono nitidi: mani aperte verso l’esterno, dita affusolate e trasparenti, occhi solo accennati come due galassie gemelle che sembrano osservare e comprendere tutto. La sua superficie corporea è in costante mutazione: stelle che nascono e muoiono, esplosioni silenziose di supernovae in miniatura, vortici che si avvolgono su sé stessi come se nel suo interno scorresse il tempo stesso. Attorno a lei, strumenti scientifici – acceleratori di particelle miniaturizzati, microscopi quantistici, ologrammi di modelli atomici – sembrano congelati, come sospesi da un campo energetico impercettibile. Lavagne olografiche proiettano formule che si deformano e si dissolvono man mano che si avvicinano alla figura, incapaci di descriverla o contenerla. L’intera scena è un contrasto drammatico tra il razionale e l’insondabile: da un lato, il tentativo umano di misurare l’universo; dall’altro, la manifestazione di ciò che sfugge alla logica.