Dettaglio Sfida sottomessa

Il terzo incomodo

Studente: carmela fascilla

Scuola: LICEO "CARLO CAFIERO" | LICEO "CARLO CAFIERO"

Sfida: 3 | Narrare la Scienza

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Caro diario,mi ero appena formato nella cellula germinale di mia madre.Sono un cromosoma X,portatore di tantissime informazioni genetiche, e sapevo sin dall’inizio quale fosse il mio destino: avrei dovuto trasferirmi in una nuova casa, una futura cellula uovo, attraverso la meiosi, il processo che permette la formazione dei gameti. Ma io non ero pronto a separarmi dalla mia copia gemella. Come avrei potuto lasciarlo per sempre? Fortunatamente, questo non è mai successo: siamo rimasti insieme, entrambi felici di non esserci divisi. E non eravamo soli. Con noi c’era anche un nuovo compagno d’avventura, il cromosoma Y, che, nonostante le sue piccole dimensioni, portava con sé il gene che avrebbe dato alla cellula uovo la possibilità di svilupparsi con caratteristiche maschili. Era insolito, in realtà, che fossimo in tre. Mi avevano sempre detto che si potessero avere solo due cromosomi sessuali, XX o XY. Ma a noi non importava: l’importante era restare uniti. Ci chiedevamo soltanto chi stessimo creando: un maschio o una femmina? La risposta arrivò presto: era un maschio! Eppure, qualcosa non andava. Durante l’adolescenza, i suoi livelli di testosterone erano più bassi, la crescita muscolare più lenta, e il suo corpo si sviluppava in modo atipico. Tutti dicevano che fosse colpa mia, che mi sarei dovuto “disattivare”. Ma perché? Dopo anni di domande, finalmente arrivò la diagnosi: Sindrome di Klinefelter. Ora tutto ha un senso. Io, il cromosoma X extra, non sono più un mistero.