Dettaglio Sfida sottomessa

Dall'abbraccio dell'oceano all'incubo di plastica

Studente: Federico Bellotti

Scuola: I.I.S. JEAN MONNET | I.T.I.S. MAGISTRI CUMACINI - MARIANO C.

Sfida: 3 | Narrare la Scienza

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Caro diario, ho appena vissuto la giornata peggiore della mia vita da piccola molecola d’acqua. Mi sono svegliata come ogni altro giorno prima d’ora: nell’oceano, tra milioni di mie simili, cullate dalle onde. Ho percorso il mio viaggio, che credevo senza fine, tra alghe ondeggianti, sfiorando la pelle ruvida delle tartarughe marine e osservando banchi di pesci scintillanti danzare sotto il sole. Non mi ero mai accorta di come il mondo sommerso sia un tripudio di colori e vita e di esserne una parte invisibile, ma indispensabile. A un tratto, però, tutto è cambiato. Ho sentito un calore improvviso e le mie sorelle ed io abbiamo iniziato a muoverci sempre più freneticamente, fino a quando mi sono sentita leggera e libera e ho iniziato a salire piano piano verso il cielo. È stata una sensazione nuova, vertiginosa ma piacevole. Salendo sempre più, mi sono unita ad altre mie sorelle e abbiamo iniziato a muoverci insieme, questa volta trasportate dal vento. Il freddo aumentava e senza poter opporre resistenza, ho iniziato a cadere. Pensavo che la discesa non sarebbe mai finita, invece dopo qualche minuto sono atterrata su una superficie accogliente e familiare. Ho capito subito di essere tornata tra le mie sorelle, ma qualcosa non andava. La vista era offuscata da una nebbiolina grigia e non vedevo né alghe né pesci, ma solo sacchetti, bottiglie di plastica e rifiuti di ogni tipo. La vita qui è cupa e grigia, spero tanto di poter tornare nella mia amata casa!