Studente: Ginevra Ramaglia
Scuola: LICEO SCIENT. G. GALILEI-NAPOLI- | LICEO SCIENT. G. GALILEI-NAPOLI-
Sfida: 2 | Filmare la Scienza
Il regista di Contact inizialmente pensava di usare la teoria dei buchi neri per i viaggi interstellari; ma questa teoria, sviluppata da Einstein, era troppo teorica per essere applicata praticamente. La meccanica quantistica e la teoria dei wormholes vennero in suo soccorso: questi tunnel, distorcendo il tessuto spazio-tempo rendendo la concezione del tempo diversa come per la protagonista del film, collegano regioni remote dell'universo. Sostanzialmente ciò che entra in un buco nero può poi uscire in una parte completamente diversa dell’universo, un po’ come succede nel film. Tuttavia, i wormholes risultano instabili, non permettendo il passaggio di oggetti o segnali. Per ovviare a tale problema Einstein e Rosen, con Podolsky, esplorarono il concetto di entanglement quantistico, una connessione tra due o più particelle che prevale su ogni distanza spaziale. Un altro fisico in seguito dimostrò la correlazione tra wormholes ed entanglement, aprendo possibilità per il viaggio spaziale.