Descrizione Sottomissione

Sono rimasto solo. Non so quanti di noi ci fossero all’inizio—centinaia, migliaia? Eravamo ovunque, nei bronchioli, nei flussi sanguigni, nei tessuti vivi. In silenzio, uno dopo l’altro, abbiamo forzato le porte delle cellule come ladri nella notte, abbiamo manomesso i loro comandi e le abbiamo trasformate in fabbriche di noi stessi. Un esercito invisibile. Ma ora di esse sono rimaste solo le macerie, mentre il nemico si stringe sempre di più. I miei compagni sono tutti caduti. Li hanno riconosciuti, marcati, distrutti. Io sono l’ultimo ancora in vita, l’ultimo barlume di speranza. Le immunoglobuline pattugliano il sangue come segugi, pronte a incatenarmi e trascinarmi verso la mia fine. Ogni anticorpo che incontro è come un assassino che vuole solo giustiziarmi. Non posso nascondermi, non posso combattere. Posso solo scappare. Ma il campo di battaglia è cambiato: le difese sono alte, le sentinelle sono ovunque, e ogni via di fuga è un vicolo cieco. Non voglio morire. Non voglio sparire come se non fossi mai esistito. Se almeno riuscissi a fuggire, a nascondermi nel corpo di un altro, a ingannare ancora una volta il sistema che mi bracca… Ma il tempo stringe. Li sento arrivare. Forse domani non sarò più in grado di scrivere.