Descrizione Sottomissione

Vagando per il comos nessuno mi può vedere. Io solo vago nello spazioso oblio; buio, solo e vuoto. L’unica mia compagna di viaggio è la luce dei miei distanti fratelli che mangio.Il mio mondo non è sempre stato così cupo sai?Ricordo che nacqui dalla grande madre nebulosa, come tutti noi.Io fui un grumo schizzinoso e prepotente; e per questo fui punito.Passavo il tempo a accumulare tutto l'idrogeno ed elio che mi capitava, strappandolo agli altri.Per questo fui isolato, tutti coloro che cercavano di nascere venivano schiacciati dalla mia avarizia; tutti eccetto uno.Un solo corpo celeste non temeva la mia gola; Flegetonte si faceva chiamare.Non perché bruciasse come il fiume infernale, ma perché era robusto come gli argini, resistendo ai miei venti stellari e trazione gravitazionale.Col tempo imparai ad apprezzarlo, dovendo passare quello che pensavo sarebbe stato il resto della mia vita.Passammo i millenni a scagliare asteroidi e girare per lo spazio insieme.La vita con lui era quel poco meno straziante, lui era un compagno di prigione con cui ho passato millenni memorabili.Ingrandendomi sentivo debolezza, cercai di persistere come Flegetonte persistette i miei stessi attacchi, ma fu più forte di me.I miei sforzi erano vani, come quelli di un cucciolo che si dimena, io morii dopo una breve battaglia millenaria con me stesso. Il mio unico pianeta fu volatilizzato dal mio scoppio, non lo vidi mai più e ora come un granello invisibile vago nell’universo, buio, solo e vuoto.