Studente: stefano silletti
Scuola: LICEO STATALE "ETTORE MAJORANA" | L.SC.E.MAJORANA-POZZUOLI-
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Non so cosa significhi il tempo, perché io sono il tempo. Sono un fotone, una particella di luce, nata in un’esplosione di energia nel cuore infuocato del Sole. Là dentro, tra temperature di milioni di gradi, gli atomi di idrogeno si fondono, liberando la forza che alimenta la mia esistenza. Sono nato in un lampo, un istante perfetto di pura energia. Ma il mio viaggio è tutt’altro che rapido. Appena formato, mi ritrovo prigioniero. L’interno del Sole è un labirinto soffocante di plasma denso, un caos di protoni ed elettroni che mi respingono da ogni lato. Ogni volta che provo ad avanzare, vengo assorbito e riemesso in una direzione casuale. Non posso fermarmi, non posso riposare. Questo gioco crudele dura centinaia di migliaia di anni per raggiungere la superficie. Per voi umani, è un tempo immenso. Per me, è solo un battito di ciglia. Poi, finalmente, accade. Un ultimo rimbalzo ed eccomi libero! Supero l’atmosfera solare e vengo proiettato nello spazio a una velocità che nessun altro può eguagliare: 299.792.458 metri al secondo. Dopo otto minuti e venti secondi, arrivo sulla Terra. Danzo sulle onde del mare, accarezzo gli alberi, riscaldo la pelle di una bambina che ride al sole. Io, invece, viaggio fino all’occhio di un uomo. Lì, smetto di essere fotone, trasformandomi in un impulso elettrico nel suo cervello. Sono diventato luce, emozione, ricordo. La mia corsa finisce, ma ho lasciato il segno.