Studente: AGNESE FABBRI
Scuola: OMNICOMPRENSIVO "MONTEFELTRO" | L.SCIENTIFICO/TECNICO ECON."MONTEFELTRO"
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Non ho un nome, né una forma, né una mente: non parlo, non mangio, non dormo, eppure nessuno mi sopporta. Faccio il mio dovere anche se non voglio perché non so e non posso fare altro. Per fortuna non sono mai solo, c’è sempre qualcuno con me, e nonostante il fatto che tutti mi pensino, correre sul quadrante dell'orologio, sfogliando le pagine del calendario o talvolta nello spegnere delle candeline, in realtà io mi trovo al di là di tutte queste manifestazioni, per citarne alcune. Io tutto so, perché ogni cosa ho visto, provato, sentito sulla pelle. Ma c’è una cosa che non spiego, un piccolo dettaglio mi rende cieco di fronte alla mia conoscenza. Lo spazio. Lo spazio è l’unica cosa in tutto l’universo che mi rende felice, forse perché non mi rende monotono, ripetitivo e sempre uguale. Grazie allo spazio, mi sento quasi umano, me stesso, anche se questo non conta e non ha importanza. Ogni singolo secondo passa senza che io possa fermarlo, saltarlo o dimenticarmene, non sono io che decido. Dovrei sapermi controllare: mi sono sempre chiesto perché non riesco a regolarmi, forse perché in realtà io non esisto, non sono niente e nessuno. Non provo sentimenti, non riesco a trattenermi, non mi relaziono con nessuno se non con lo spazio (ma sempre in modo molto veloce). IO NON VIVO, EPPURE TUTTI MI RICORDANO COME IL TEMPO! Scusate ragazzi, devo proprio andare, ma sapete com'è, il tempo fugge!