Studente: Beatrice Calvi
Scuola: CONFALONIERI-DE CHIRICO | I.I.S. CONFALONIERI DE CHIRICO
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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È il mio settantesimo giorno qui nel corpo umano. Sono un globulo rosso, e volete sapere cosa penso? Penso di essere stanco di questo lavoro: sono nato settanta giorni fa nella cellula staminale emopoietica insieme ai miei fratelli globuli bianchi e le mie sorelle piastrine, in uno spazio chiamato il midollo osseo, e sin da subito mi hanno dato dei sacchi di ossigeno e anidride carbonica da portare negli organi e nei tessuti del corpo. Quando sono nato avevo la forma di un disco biconcavo, ma adesso mi sono leggermente arrotondato. I globuli rossi più anziani sono rotondi, e quelli del mio settore di lavoro si stanno già dirigendo verso la milza o il fegato: lì verranno fagocitati dai macrofagi. Per fortuna, porto sempre con me un sacchetto di emoglobina: rende il trasporto dell’ossigeno molto più semplice, permettendomi addirittura di trasportare quattro molecole di ossigeno contemporaneamente, e mi fa diventare rosso sgargiante! Non per vantarmi, ma sono essenziale per la vita dell’uomo. L’ossigeno che trasporto viene veicolato dai polmoni al cuore e da qui ai vari organi, e l’anidride carbonica viene prodotta nei tessuti, portata al cuore ed infine ai polmoni per essere eliminata con l’espirazione. Nell’arco della mia vita, che dura in media 120 giorni, mi muovo in tutti i vasi sanguigni del corpo. Nonostante tutto, sono felice di essere un globulo rosso. Il lavoro potrà anche essere stancante, ma dà uno scopo alla mia vita e so di essere buono; almeno non sono un virus.