Studente: gemma giovannelli
Scuola: - | LICEO SCIENTIFICO QUADRIENNALE INTERNAZIONALE
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Oggi è stata una giornata normale, come tante altre. Appena il cuore batte, sento la spinta e mi ritrovo subito a correre nel flusso sanguigno. Ci sono milioni di globuli rossi come me, tutti che viaggiano velocemente tra le vene e le arterie, senza mai fermarsi. La strada è stretta, ma ci siamo abituati. Ogni volta che il cuore batte, veniamo spinti più veloci, come un’onda che ci porta avanti. Il mio primo obiettivo sono i polmoni. Qui è dove devo prendere l’ossigeno che respiro. Quando arrivo, l’aria è fresca e sento subito che è il momento giusto per scambiare: lascio l’anidride carbonica che ho raccolto lungo il mio viaggio e prendo l’ossigeno. È come fare un respiro profondo, una sensazione di energia che mi spinge a continuare. Poi, una volta carico di ossigeno, riparto. La corsa continua attraverso le arterie e le vene, fino ad arrivare ai muscoli e agli organi che hanno bisogno di ossigeno. Quando arrivo, rilascio il mio carico e, al posto dell'ossigeno, prendo l’anidride carbonica che devo riportare indietro ai polmoni. Non c'è mai una sosta, sempre in movimento, come una catena che non si ferma mai. Ogni battito del cuore ci fa avanzare, senza mai fermarsi. Il mio compito sembra semplice, ma è molto importante: se non facessi questo lavoro, il corpo non riuscirebbe a funzionare. Anche se non vedo mai la fine del mio viaggio, so che ogni minuto che passo a portare ossigeno è fondamentale per tenere tutto in equilibrio.