Studente: Eliana Casolare
Scuola: I.S.I.S. "RITA LEVI MONTALCINI" | LICEO "RITA LEVI MONTALCINI"
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Caro diario, oggi ho fatto di nuovo il mio dovere: sono tornato indietro. Qualcuno ha gridato in una valle, e io, senza esitazione, ho riflesso la sua voce tra le pareti rocciose. È così che vivo: non ho voce mia ma ripeto quella degli altri. Mi formo quando un'onda sonora colpisce una superficie e rimbalza, tornando all'orecchio di chi ha parlato. Ma c'è una regola: per essere riconosciuto come eco, devo tornare con almeno 0,1 secondi di ritardo. Se arrivo prima, mi confondo con la voce originale e mi chiamano "riverbero". Oggi è andata bene: la parete era a più di 17 metri di distanza, lo spazio giusto per essere percepito distintamente, in modo che il suono impieghi almeno 1/10 di secondo per ritornare. L’umidità e la temperatura dell'aria erano nella norma, quindi ho viaggiato a circa 343 m/s . Mi piacciono le superfici dure: rocce, muri, canyon. Lì rimbalzo senza perdere forza. Se invece trovo tende, alberi o persone, mi assorbono e scompaio. Non è cattiveria, è solo fisica dell'assorbimento acustico. Non sempre vengo capito. Appaio a volte spaventoso, a volte divertente. Ma in fondo, io sono solo una riflessione del suono, un'onda che torna indietro, portando con sé l'illusione che ci sia qualcuno là fuori, che risponde.