Maxwelllamp
di samuele buonanno , Samuele Leoni , Gabriele Ferrante Carrante
Dall’atomo alla luce. Protoni e neutroni compatti in un nucleo resistono stabili al vortice incessante di elettroni di segno opposto.
La luce visibile è un’onda elettromagnetica i cui campi (elettrico e magnetico) oscillano.
Abbiamo pensato a una lampada che possa rappresentare un atomo che irradia luce. Un nucleo compatto e resistente rappresentato da una base di forma circolare sulla quale si innesta una lampadina che rappresenta il nucleo. Intorno a questo nucleo si irradia un’orbita, quella degli elettroni. Questa orbita è una sola, rappresentativa delle orbite dei molti elettroni che circolano intorno al nucleo. Se si pensa a un elettrone viene in mente un ciclo infinito. E “infinitamente” piccolo è il mondo che si apre dentro un atomo. Allora ho pensato al nastro di Mobius, che comunemente rappresenta l’infinito. Ecco che l’insieme delle orbite diventa una fascia di metallo piegata come un nastro di Mobius sulla quale applicare minuscoli elementi fluorescenti, a volte pochi e sparsi, a volte molti e raggruppati, come elettroni che corrono intorno al loro personale centro, ognuno con la sua propria logica. La fascia metallica è lavorata in modo che la superficie rifletta la luce in modo differente: sarà lucida, sabbiata,smaltata. Perché la luce è anche rifrazione. L’inclinazione dell’orbita si ispira all’accelerazione degli elettroni. La fascia di metallo origina da un punto inferiore e si staglia verso l’alto, si amplifica, così da rappresentare il movimento di accelerazione.
Maxwell evidenziò la natura elettromagnetica della luce. Anche per questo abbiamo dato a quest’opera il nome del fisico inglese dell’800.
Docenti: debora petrocelli , Nicola Caruso
Scuola: Cesare battisti
In mostra nella tappa:
- Frascati 2022