IV edizione (2022-2024)

IV edizione (2022-2024)

Il ponte spazio-musicale

di Cristina Luciano , Emma Corgnati , Bianca Madalina Aradei

La nostra opera rappresenta un ponte spazio-temporale attraverso dei dischi, che è la via più breve, e via “classica” grazie a del tulle, dei dischi rotti e delle cuffie.

Nel secondo percorso si perdono cose, si spezzano i dischi e la musica si scompone mischiandosi con ammassi di altri oggetti persi/scomposti come i nostri dischi iniziali alla base del tulle, ciò abbiamo scelto di rappresentarlo con le cuffie e i dischi rotti. I due percorsi che il disco percorre sono anche metafora della nostra vita. La via più lunga simboleggia la strada che scegliamo nella vita quando ci lasciamo guidare da paure e insicurezze: queste ci rallentano, ci fanno vivere male il percorso, che, infatti, risulta più lungo, tortuoso, opprimente e dispersivo. Se, invece, scegliamo di rischiare optando per una strada nuova o mai attraversata da nessuno e lo facciamo credendo in noi stessi e nel nostro lavoro, spesso riusciamo a scoprire nuove vie, come quella dello spazio-tempo e siamo in grado di semplificare concetti prima inspiegabili o spiegati in modo molto complicato. Partendo, dunque, da uno stesso punto, indicato con un disco orizzontale, possiamo arrivare alla nostra destinazione, qui rappresentata con l’altro disco orizzontale, in entrambi i modi oppure perderci come i dischi spezzati posti sulla base dell’opera; cambia, però, il modo in cui ci arriviamo: con uno ci torturiamo da soli con i nostri pensieri, mentre con l’altro viviamo serenamente l’esperienza. Tutto ciò per spiegare che non dovremmo frenarci nel costruire nuove teorie e fare scoperte solo per la paura di fallire e diventare quei dischi spezzati fuori dalla rotta: anche quelli possono essere utili e sentirsi bene nel loro mondo, anche se diverso da quello degli altri o da come se lo immaginavano in partenza. Inoltre, i dischi rappresentano la musica, le onde sonore che prende due vie: il ponte spazio-temporale rischioso e solo ipotizzato teoricamente e la via più lunga, quella tradizionale, qui piegata perché la si vuole rappresentare insieme al ponte spazio-temporale spesso raffigurato come un tunnel che collega gli estremi della via “classica” rettilinea grazie al piegamento di quest’ultima. Il ponte spazio-temporale è stato da noi traslato sul tema della musica in quanto osservando le immagini di alcuni disegni di ponti spazio temporali ci sono sembrati simili a delle cuffie che emettono musica, ecco perché abbiamo intitolato l’opera “il ponte spazio-musicale”. Infine, per realizzare il nostro progetto ci siamo ispirate all’opera “Thicket” di Maya Dunietz, situata al centre Pompidou a Parigi.

 

Docenti: Alessia Stroppiana , Patrizia Rabino

Scuola: Liceo Scientifico “L. Cocito” Alba (CN) – Torino

In mostra nella tappa:

  • Torino (2023-2024)