Distorsioni virtuali
di giada serio , Elisabetta Protopapa , Emanuel Annese
La rappresentazione grafica dell’elaborato nasce dallo studio della tecnica singolare di Franco Grignani, il quale sperimenta e ricrea fenomeni ottici di distorsioni delle forme. Il suo interesse estetico sperimentale lo porta a nuovi paradigmi di visione, ampliando i modelli grafici verso nuove configurazioni in rapporti spaziali complessi, compenetrazioni dal carattere estremamente vivo benché, per la maggior parte, in bianco e nero. Si è voluto cercare di rappresentare il concetto di buco nero con distorsioni di grafica vettoriale in parte sfumate e con l’interazione del testo.
I buchi neri in fisica sono le regioni dello spazio nelle quali l’interazione gravitazionale è così grande che qualsiasi cosa giunga nelle sue vicinanze, viene attratta e irrimediabilmente catturata e, una volta all’interno del suo confine, non può più allontanarsene. Il nome “buco nero” riutilizza un termine in uso nell’esercito inglese per indicare le celle punitive di isolamento assoluto: l’ultima prigione.
Dalla letteratura abbiamo catturato questa citazione di Italo Calvino “L’inconscio è il mare del non dicibile, dell’espulso fuori dai confini del linguaggio, del rimosso in seguito ad antiche proibizioni; l’inconscio parla nei sogni, nei lapsus, nelle associazioni istantanee, – attraverso parole prestate, simboli rubati”.
Tutto ciò che nell’Universo è “non dicibile” lo immaginiamo “pulsare” in questa “Ultima prigione”.
Docenti: Franco Verrienti , Rossella Vilei, Virginia Guido
Scuola: Liceo Artistico e Coreutico “Ciardo Pellegrino” – Lecce – Lecce
In mostra nella tappa:
- Lecce 2022