ʻāhiu maw
di Gianmarco Mosella , Gaetano Nardaggio , Francesco Pio Oliviero
A primo impatto non si riesce appieno a identificare l’opera in sé, poiché caratterizzata da un insieme di colori vivaci e contrastanti. Andando ad analizzarla più a fondo, possiamo notare come il soggetto di quest’immagine è niente di meno che un vulcano in piena fase eruttiva. Da qui deriva il nome in hawaiano
ʻāhiu maw, che significa proprio fauce ardente. L’utilizzo di questi colori accessi, quest’alternanza tra colori vivaci e colori spenti, è resa possibile da ciò che noi definiamo arte. Di solito l’eruzione di un vulcano viene vista come un qualcosa di spaventoso e mortale, qualcosa da tenersi ben lontano, ma grazie l’uso di programmi moderni, possiamo trasformare qualcosa di spaventoso e terribile in qualcosa di magnifico da vedere. Questo tipo di processo avviene fin dall’età antica, con le pitture rupestri, ovvero graffiti che rappresentavano le abitudini dell’uomo antico e del suo mondo, permettendoci così di ricordare il passato. Questo processo continua e continuerà tuttora proprio grazie all’arte, che permette all’uomo di esprimersi come meglio crede. Andando a citare un famoso filosofo:
“il sublime è ciò che produce la più forte emozione che l’animo sia in grado di sentire. La passione che deriva da ciò che è grande e sublime è chiamata stupore.”
-Edmund Burke
Il cosiddetto stupore viene suscitato in noi grazie all’arte stessa e ad opere di questo calibro, dove la passione e la vivacità dell’artista vengono espresse dall’opera in sé.
Docenti: Rosalinda Gallo
Scuola: Liceo Scientifico Statale Filippo Silvestri – Napoli – Napoli
In mostra nella tappa:
- Napoli 2021