Studente: Laila Kharrub
Scuola: VITO VOLTERRA | VITO VOLTERRA
Sfida: 4 | Critica con AI
Prompt1. Genera un'immagine di una sinapsi cerebrale colpita dal morbo di Alzheimer, con placche di beta-amiloide e grovigli neurofibrillari. Prompt2. Rendi l’immagine più espressiva, con colori che trasmettano la perdita e il decadimento ed inserisci fotografie sbiadite. Due neuroni si cercano nel buio come due amanti separati dal tempo: un tempo che, in questa immagine, si è fermato. Il filo fragile della memoria, quella luce che dovrebbe correre tra loro, è spezzato, consumato da placche come ruggine sull’anima. Non c'è più linguaggio tra loro, solo silenzio. E quel silenzio pesa più di mille parole dimenticate. La scena è un abisso microscopico, ma racconta un dolore immenso: l’Alzheimer non si vede, ma divora. Non urla, ma spegne. E in quell’abisso, affiorano fotografie sbiadite, che ricordano un album di ricordi sott'acqua: volti amati, momenti vissuti, si deformano, si dissolvono e con loro si dissolve chi siamo. I colori sono quelli dell’autunno: ruggine, seppia, oro spento, la stagione in cui tutto cade. Ma non è la morte. È qualcosa di peggiore: è l’essere vivi mentre pezzi di te svaniscono, uno a uno, come pagine strappate da un libro sacro. Eppure, nel mezzo di questa desolazione, resta una scintilla. Minuscola. Tenace. È la sinapsi che ancora prova, che non si arrende. È l’ultimo abbraccio, l’ultimo sguardo riconosciuto, l’ultima parola pronunciata prima del silenzio. È lì che vive la dignità di chi lotta contro l’Alzheimer. Invisibile, sì. Ma indimenticabile.