Dettaglio Sfida sottomessa

L’attimo che sfiora l’eternità, e in un battito di ciglia, scompare.

Studente: Azzurra Moschettini

Scuola: LICEO "MARZOLLA-LEO-SIMONE-DURANO" | LICEO "MARZOLLA-LEO-SIMONE-DURANO"

Sfida: 3 | Narrare la Scienza

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Mi chiamo Mu, e sono un muone. Forse non avete mai sentito parlare di me, eppure sono ovunque. Mi vedete? No, certo che no… non ho tempo di farmi notare. Vivo per un soffio, un battito d’ali, il sussurro di un’onda sulla riva. Sono il viaggiatore più veloce dell’universo, eppure il tempo mi scivola tra le mani come sabbia. Sono nato in alto, dove il cielo incontra il cosmo. Un raggio cosmico ha colpito un atomo e, nell’attimo esatto in cui tutto poteva e non poteva essere… sono nato io! E subito ho iniziato a cadere. Giù, giù, sempre più veloce, come se la Terra mi stesse chiamando. Mille metri al secondo. Diecimila. Non ho tempo di pensare, non ho tempo di capire. Perché io NON HO tempo. Ma il tempo… il tempo è strano per chi viaggia come me. Per voi, sarei già svanito. E invece, eccomi qui. Einstein mi ha fatto un dono: più corro, più il mio tempo si dilata. Mentre scendevo, ho sentito una canzone. Diceva: “L’eternità è un battito di ciglia.” Si chiamava Giovanotto… o Jovanotti, una cosa del genere. Beh, questo sono io: un’eternità in un battito di ciglia. Ma ogni corsa ha la sua fine. Il mio tempo, che sembrava allungarsi, ora si accorcia. Un ultimo battito, un ultimo istante. E poi… niente. Ma non piangete per me. Forse vi sembrerà una storia triste, ma non lo è. Ho danzato con le leggi dell’universo, ho ingannato il tempo, ho vissuto. E non è forse questo, in fondo, il senso di ogni esistenza? Passare. Consumarsi. Ma brillare, anche solo per un istante.