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Caro diario, oggi, come ogni giorno, esisto nell’invisibile. Sono il bosone di Higgs, il frammento sfuggente che dona massa all’universo, il sussurro della realtà stessa. Purtroppo o per fortuna, oggi ho molta paura. Non so esattamente dove mi trovo, gli altri mi dicono a Ginevra, in uno strano posto che chiamano CERN. Mi hanno raccontato delle storie strane che si fanno qui, circa 30 anni fa, nel 1983, i miei amici Bosone W e Z sono stati scoperti grazie al sincrociclotrone e a un certo Carlo Rubbia, che non so bene chi sia ma dicono abbia vinto il Premio Nobel.Oggi, invece, 2800 pacchetti di particelle viaggiano a quasi la velocità della luce in una specie di tubo a 100 metri di profondità con degli elettromagneti. Sembra essere l’acceleratore di particelle più grande mai costruito, chiamato LHC. È qui che la mia esistenza sarà messa alla prova. Gli scienziati hanno concentrato un’energia mai vista prima, ben 6800 GeV, pensa all’energia cinetica di un 747 in fase di atterraggio, e i protoni collidono con una violenza indescrivibile. Lì, per un attimo, potrò emergere dal nulla, apparire e poi svanire.In un battito di ciglia però,decado, trasformandomi in nuove particelle che si disperdono nel caos quantistico. non prima di rimanere impresso nei dati raccolti dai rivelatori. I fisici analizzeranno ogni segnale, cercando di capire se sono davvero io, e... si il loro sogno si è finalmente avverato.