Studente: Sofia Pandolfi
Scuola: C. LIVI | LICEO CARLO LIVI
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Caro Diario, sono arrivato con una folata leggera, trasportato dal vento come un'anima invisibile. Nessuno mi ha visto, nessuno mi ha udito. Solo una piccola ferita sulla foglia, una porta socchiusa e io sono entrato. Dentro tutto sembrava perfetto: Linfa che scorre, cellule che lavorano senza sosta per catturare la luce. Troppo ordine. Troppa armonia. Così ho lasciato il mio marchio. Ho bisbigliato il mio codice nella cellula, e loro, obbedienti, hanno iniziato a riprodurmelo. Non si sono nemmeno chiesti il perché. Giorno dopo giorno, la foglia ha iniziato a cambiare, meno riconoscibile. Macchie gialle come lividi, nervature annerite come venne esauste. Il sole brillava, ma lei non riusciva più a bere la sua luce. Il suo bordo si avvolgeva, la sua linfa diventava veleno. Un battito di vento, e cominciò a morire. Gli uomini? Lenti, distratti. Vedranno solo un ramo malato, un raccolto più debole. Troppo tardi capiranno che io sono già scivolato altrove, su altre foglie, in altre piante. Invisibile, silenzioso, incontrollabile. Perché io non vivo davvero ma porto la morte ovunque vado. Alla prossima folata, caro Diario.