Studente: Mattia Bertino
Scuola: LICEO "DE NITTIS-PASCALI" | LICEO "DE NITTIS-PASCALI"
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Voi non mi vedete davvero. Credete di farlo, certo, i vostri occhi vi ingannano con la promessa di colori cangianti, con l’illusione di una forma precisa. Ma io non sono forma, io non sono colore. Io sono un’idea, una vibrazione sospesa tra il visibile e l’invisibile, un’eco che sfugge proprio nel momento in cui credete di averla colta. Le mie ali si muovono troppo in fretta perché possiate seguirle. Non sono fatte per essere contemplate, ma per tenermi in equilibrio tra due mondi: quello della terra, solido e lento, e quello dell’aria, che non appartiene a nessuno. Io non cammino, non striscio, non mi poso se non per un istante fugace. Il mio destino è il battito instancabile, il fremito di una vita che si consuma nel lampo di un volo. Oggi ero lì, tra i rami pesanti di un giardino umano, attirato dal richiamo di un fiore. Mi sono avvicinato, il mio becco ha sfiorato la dolcezza nascosta tra i petali. E per un momento, per un brevissimo istante, il mondo è sembrato immobile. Ma poi – un rumore, un segnale appena percettibile nel brusio del giorno. Voi non lo avreste sentito, persi come siete nel vostro tempo dilatato, ma io sì. Io l’ho sentito prima ancora che accadesse. E in un soffio ero già altrove. Forse è questa la mia condanna: esistere solo per chi sa vedere l’invisibile, per chi sa sentire il vuoto che lascio dietro di me. Io non mi fermo. Io non appartengo. Io sono il battito di un’ala che nessuno ha mai davvero visto.