Descrizione Sottomissione

12 febbraio, h 10:37 Mi chiamate parassita. Dite che sono un mostro, che non merito di vivere. Ma può, qualcuno, stabilire chi merita e chi no? Ciò che esiste, non è forse giusto per il solo fatto di esistere? È vero, uso la vita delle vostre cellule per potermi riprodurre, nutrire, sfrutto l’energia vitale di altri per tenermi in vita: eppure, c’è davvero colpa in questo? È forse la mia volontà a guidarmi? 13 febbraio, h. 23:55 Mi chiamate parassita, ma faccio quello che faccio perché sono quello che sono. Questi milioni di cellule che galleggiano morte per causa mia, voi lo chiamate massacro, lo ritenete un’ingiustizia, ma io ignoro cosa sia giusto e cosa sbagliato. Voi siete sicuri di saperlo? 14 febbraio, h. 07:12 Mi chiamate parassita, ma non sono diverso da qualsiasi altra creatura. È solo la necessità a muovermi, la stessa che impone a voi di espellermi. Posso io, per questo, condannarvi? Posso maledire le temperature insopportabili che avete attivato per uccidermi? Strano, ma è solo adesso che sto per morire che comprendo pienamente come il mio diritto di esistere sia lo stesso che avete voi. Lo stesso di tutti. 14 febbraio, h. 19:22 È finita, dunque. Mi avete chiamato parassita, ma la mia era solo vita, puro bisogno. Io non sceglievo, mi limitavo a esistere, non chiedendo niente più che questo. Non ho invaso altri organismi per calcolo, non ho mai ucciso per vanità. Potete, voi umani, dire lo stesso? Potete davvero ritenervi migliori?