Studente: Gabriella Studentessa Cataldi
Scuola: I.I.S.S. "L. DA VINCI" | LICEO "L. DA VINCI"
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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-14 settembre 2015, secondo gli umani. Per me? Irrilevante, il tempo è elastico- Mi chiamo Onda, Baby, e non mi ferma nessuno. Sono partita da un posto dove due buchi neri si sono scontrati come ubriaconi in un vicolo buio, e—BOOM!—sono schizzata fuori, sgommando attraverso l’Universo. Nessun biglietto, nessuna destinazione. Solo strada, pura e infinita. Mi faccio spazio tra le galassie, scompigliando le stelle giusto per il gusto di farlo. Scivolo lungo il tessuto dello spazio-tempo, stirandolo e accartocciandolo a mio piacere. Nessuno può vedermi, nessuno può fermarmi. Non ho massa, non ho peso, ma ehi, lascio il segno. E poi arrivo qui. Terra. Un sassolino blu che gira e gira. Ma questi umani? Questi umani sono furbi. Hanno costruito orecchie giganti con laser dentro, LIGO, Virgo—nomi fichi, lo ammetto. Pensano di potermi beccare, di catturare il mio passaggio come un autovelox cosmico. E sapete che c’è? Ci riescono. Hanno steso braccia di luce in tunnel chilometrici, attente a ogni mio sospiro, capaci di vedere l’invisibile misurando distanze che si accorciano meno di un miliardesimo di un capello. Per un istante, mi sentono. “Eccola!” gridano. Io rido. Bene, bravi, avete colto il mio sussurro. Ma non montatevi la testa. Sono già lontana, a tutta velocità verso l’infinito. E non lascio tracce, Baby. Solo l’eco della mia risata nello spazio.