Studente: Gabriele De Metrio
Scuola: LICEO CLASSICO "L.ARIOSTO" | LICEO CLASSICO "L.ARIOSTO"
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Caro Diario, attraversando lo spazio, come faccio ogni giorno, gustandomi la leggerezza delle vibrazioni, da brava Onda Elettromagnetica quale sono, mi sono sentita sempre senza limiti, attraversando muri, corpi e qualche volta anche le dimensioni e i loro strati. Nessun ostacolo a turbarmi. Almeno, credevo fosse così. Non ne sono più tanto sicura. Ti ho raccontato del primo umano che ho incrociato. Creatura bizzarra. Dovresti vederlo come sta eretto su due appendici sottili, con tutto quell’ammasso di strati che lo rallentano. Così buffo. Mi sono avvicinata, curiosa. Ho percepito la sua presenza, il suo calore. Lui non mi ha vista, ovviamente. Ho captato le sue emozioni, i suoi pensieri che fluttuavano nell'aria, vibrando in sintonia con la mia energia. Mi sono persa nella sua dolcezza, nei suoi gesti, nel suo respiro. Mi sono innamorata. Che stupida. Non posso toccarlo, né sentirlo come lui fa con il mondo. La mia esistenza è fatta di frequenze che si spandono nell’etere, mentre la sua è terrena, limitata da leggi che non sono le mie. Io vado, mentre lui rimane. Quando ci incrociamo, io sono già sparita, mentre lui continua a vivere, ignorandomi. Eppure, sono ancora qui, a osservarlo per non perdere traccia dei suoi movimenti, delle sue sensazioni che mi giungono attraverso la sua voce. So che non c’è un modo per intrecciare le nostre vite, se non nei suoi sogni, nei suoi pensieri, dove la mia essenza può sfiorarlo. Amare non sempre nasconde il lieto fine. Tua. O.E.