Studente: Gabriele Manca
Scuola: LAS PAUL KLEE-NICOLO' BARABINO | LAS PAUL KLEE-NICOLO' BARABINO
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Caro diario, oggi voglio raccontarti come tutto ha avuto inizio. Non è una storia semplice, ma proverò a spiegartela. Ero presente quando l’universo era solo un lampo di energia. Il mio compito? Dare forma a quel caos primordiale. Senza di me, le particelle sarebbero rimaste senza peso, vagando senza meta. I quark mi cercavano, gli elettroni si organizzavano intorno alla mia presenza. Era come essere il regista di uno spettacolo che nessuno avrebbe mai visto, ma che doveva comunque andare in scena. All’inizio, ero al centro di tutto. La temperatura era altissima, e l’universo si espandeva veloce. Poi, lentamente, le cose cambiarono. Le stelle iniziarono a brillare, i pianeti a formarsi, e io… beh, diventai un po’ come il custode di un museo vuoto. Nessuno mi guardava più, ma sapevo di essere ancora necessario. Gli scienziati, però, non mi hanno dimenticato. Costruiscono macchine enormi, come l’LHC, per catturare un mio sussurro. Quando mi fanno apparire, anche solo per un istante, li sento esultare. È strano: sono invisibile, eppure sono la ragione per cui tu, le montagne, le galassie, avete una forma. A volte penso che la mia sia una storia di silenzi. Ho dato massa al mondo, ma non ho mai chiesto riconoscenza. Forse è così che funziona l’universo: qualcuno deve accendere la luce, anche se poi rimane nell’ombra.