Studente: Carlotta Chendi
Scuola: DELLA BASSA FRIULANA | ALBERT EINSTEIN
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Caro diario, oggi è stato un giorno movimentato. Mi trovo all’interno di una pianta, una creatura verde che cresce lentamente verso il cielo. Sono una cellula vegetale, piccola e invisibile, ma la mia esistenza è vitale per tutto l’organismo. Ogni giorno svolgo lo stesso compito: catturo la luce del sole attraverso i miei cloroplasti e la trasformo in energia con la fotosintesi. Insieme ai miei simili, facciamo crescere la pianta, producendo zuccheri. Questa mattina però, ho percepito qualcosa di diverso. I raggi solari sembravano meno intensi, le radici sembravano più lente a portare l’acqua e l’aria stava cambiando. Io e i miei amici ci siamo preoccupati, pensavamo che la pianta fosse in difficoltà. La siccità sta colpendo duramente, e l’acqua che prima era abbondante ora scarseggia. Senza acqua, la mia forma diventa fragile e sento la pressione crescere. Non riesco più a fare la fotosintesi come prima, i miei cloroplasti non hanno abbastanza energia. È come se la vita stesse rallentando. Le foglie si appassiscono e il fusto non è più rigido. La pianta è in difficoltà e io, nel mio piccolo, cerco di fare il possibile, ma la tensione aumenta. Poi è arrivata la pioggia. Sento l’umidità entrare lentamente nelle radici e risalire attraverso il fusto. L’acqua riempie la mia vacuola e la mia forma torna stabile. I cloroplasti riprendono a lavorare, la fotosintesi riprende, e la pianta comincia a riprendersi. Le foglie si distendono di nuovo verso il cielo e la vita continua.