Studente: Francesca Carpignano
Scuola: I.I.S.S. "CANUDO-MARONE - GALILEI" | LS "CANUDO" - LC "MARONE"
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Caro diario, Sono sempre io, una piccola particella di ossigeno. Vivo nell'aria, fluttuo inosservata, e il mio compito è essenziale per la vita. Ogni volta che un essere vivente respira, sono lì, pronta a nutrire i muscoli e il cervello. Ma oggi è stato diverso.. Un forte vento mi ha portata dentro un respiro profondo. Mi trovavo nei polmoni di un umano, ma qualcosa non andava: il suo respiro era affannato, le pareti dei polmoni si contraevano con fatica, e venivo trasportata velocemente nel sangue. Il battito del cuore era irregolare, il flusso sanguigno discontinuo. Sapevo che qualcosa stava andando storto, e dovevo correre. Dovevo raggiungere quei muscoli, dove l'ossigeno era ormai vitale. Quando finalmente sono arrivata, la situazione era peggiorata. I muscoli erano come pietre, dure e incapaci di reagire. Il corpo era in preda al panico, il respiro si faceva sempre più superficiale e il cuore stava rallentando. Ogni secondo che passava sembrava avvicinarmi a un punto di non ritorno. Poi, improvvisamente, una scossa di vita: il cuore ha battuto più forte, il respiro si è fatto più profondo. La macchina umana stava ricominciando a funzionare e sentivo di aver fatto la differenza, ma non ero certa che fosse sufficiente. Quando sono stata espulsa, ho capito che il mio ruolo, invisibile e silenzioso, aveva avuto un impatto più grande di quanto avessi mai immaginato. Oggi ho fatto qualcosa di grande. Fino all'ultimo respiro. O₂.