Studente: Matteo Di Lena
Scuola: LICEO "GALILEO FERRARIS" | LICEO "GALILEO FERRARIS"
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Caro diario, mi presento: sono un suono; per i fisici, una perturbazione prodotta da una sorgente vibrante che mette in oscillazione le molecole dell’aria, raggiunge le orecchie, viene convertita in segnale elettrico e inviata al cervello. Io, però, non sono come tutti gli altri. Mi conoscevano già quando ai primi del ‘700 il violinista Tartini mi ha messo in evidenza. Lui mi ha dato il nome di terzo suono, anche se alcuni mi chiamano suono risultante o suono di combinazione. Qual è il motivo che mi rende diverso da ogni altro suono? Devi sapere che in realtà io non esisto, o meglio, esisto solo nella mente degli umani e nessuno potrà mai catturarmi in uno spettrogramma! I miei genitori sono due suoni con un determinato intervallo tra loro. Al momento della mia nascita, Tartini ha prodotto due suoni a un intervallo di quinta e in quell’attimo è riuscito a udire anche una lieve nota grave: quella piccola nota quasi fastidiosa ero io! C’è voluto un po’ per capire che la mia frequenza è la differenza fra quelle dei due suoni originari e la nota che produco è un’ottava sotto quella più bassa. Pur essendo invisibile agli strumenti elettronici, vengo percepito grazie al comportamento non lineare dell’orecchio umano, che “aggiunge” al segnale in ingresso frequenze non appartenenti al segnale stesso: io non sono un’illusione! A volte sento il peso di essere “grave”, quasi triste…vorrei essere più ascoltato, ma in fondo non è poi così male sfuggire agli “spettri”…mi fanno paura!