Studente: Filippo Carbone
Scuola: LICEO ENRICO FERMI | LICEO ENRICO FERMI
Sfida: 3 | Narrare la Scienza
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Mi risveglio, immersa in un mare di molecole. Sono una piastrina, eppure, oggi, qualcosa di straordinario sta per accadere. La mia esistenza è fatta di pulsazioni, di movimenti ritmici, di fluttuazioni invisibili. Mi trovo nel flusso sanguigno, pronta ad affrontare il mio destino. Improvvisamente, un segnale: una ferita. Un vaso sanguigno danneggiato, un allarme che vibra in tutte le cellule. È il momento di entrare in azione. Un'urgenza crescente mi spinge a muovermi velocemente, mentre altre piastrine si uniscono a me. Tutto intorno è un caos ordinato. Siamo una piccola squadra, ma il nostro compito è immenso. Ci attacchiamo al sito della ferita, creando un piccolo tappo che blocca il flusso sanguigno, prevenendo la perdita di sangue. La mia superficie si espande, divento vischiosa, aderisco con forza alla zona danneggiata. La tensione è palpabile. Il sangue pulsa intorno a noi, il battito del corpo è accelerato. Ogni istante potrebbe essere quello decisivo. Ogni molecola che si avvicina potrebbe essere la chiave per fermare il danno. E io, in mezzo a tutto ciò, sono una piccola, ma fondamentale parte di un meccanismo più grande. La ferita si chiude lentamente, il lavoro è quasi fatto. Alla fine, quando tutto si calma, mi distacco, pronta per il prossimo viaggio. Non so se mi ripresenterò, ma in quel momento, ero parte di qualcosa che ha permesso la guarigione. E quella consapevolezza mi dà un senso di completezza, di missione compiuta.