Dettaglio Sfida sottomessa

Bolt? No, Volt!

Studente: Cecilia Parodi

Scuola: LICEO "L. LANFRANCONI" | LICEO "L. LANFRANCONI"

Sfida: 3 | Narrare la Scienza

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Descrizione Sottomissione

Corro, corro sempre. Oggi mi sento carica e piena di potenziale: poco fa è scattato qualcosa con un “click”, si è chiuso il circuito e mi sono sentita trascinare fuori dalla mia batteria, proprio come quella che mio papà Alessandro Volta ha costruito con rame, zinco, feltro e acqua salata nel 1799. Percorro veloce e silenziosa gli stretti corridoi dei fili, lasciando dietro di me un po’ di energia, quando all'improvviso ecco il tungsteno che mi aspetta nel bulbo di vetro: mentre lo attraverso mi impegno il più possibile per scaldarlo, come ha scoperto un altro dei miei papà, Joule. La sua temperatura aumenta, perché non riesce a scambiare tutta l'energia che io gli do (dopotutto l'avevo detto che oggi ero on fire!) e quindi comincia ad emettere radiazioni nel campo del visibile, mentre sprigiono tutti i miei Watt: una parte della mia potenza diventa luce per il mondo che è là fuori e finalmente vi accorgete della mia presenza, nel momento in cui io, la corrente elettrica, rendo visibile quello che senza di me, al buio, visibile non è. Chi l’avrebbe detto, quando Ohm giocava con me nei fili da fabbro di suo padre, che un giorno l’umanità non avrebbe potuto fare a meno di me nella vita quotidiana? Pensateci, non potreste nemmeno leggere queste parole se io non ci fossi. Nel frattempo continuo la mia corsa lungo i fili e, dopo tutta questa fatica, posso finalmente tornare esausta nel mio polo negativo, dove mi preparo per ripartire con tutto il mio potenziale al prossimo “click”