L’infinito in una scatola
di Beatrice Sabbadini , Alexandra Bianca Damian , Elisabetta Poli
L’opera consiste in un cubo le cui facce sono lastre di plexiglass con una pellicola applicata che permette un effetto riflettente. Internamente su due delle pareti laterali sono presenti delle sagome di palazzi, sul “pavimento” due linee di luci led parallele vanno a costituire una strada e il “soffitto” crea la percezione di un cielo annuvolato.
L’utilizzo di una scatola con specchi e di luci led riproduce l’effetto fisico della riflessione, grazie al quale si ha l’illusione che i palazzi, il cielo e la strada siano di una lunghezza indefinita, viene quindi simulata l’infinità. Senza la presenza delle luci led non avverrebbe alcuna riflessione proprio perché il fenomeno riprodotto è proprio della luce.
Inoltre mediante la riflessione si cerca di rappresentare, in miniatura, l’idea di città frattale, ovvero la riproduzione interminabile di un’immagine sempre uguale a sé stessa.
Ideale sarebbe vedere il progetto al buio così che si realizzi al meglio il fenomeno precedentemente descritto.
Docenti: Veronica Cavicchi
Scuola: Liceo Scientifico di Stato “A. Calini” – Milano
In mostra nella tappa:
- Milano 2022