II edizione 2018-2020

II edizione 2018-2020

Complicità

di Rosaria Senese , Alessandra Autieri , Giorgia Lucci

La comunicazione tra cuore e cervello
Il cuore e il cervello di continuo si scambiano informazioni cruciali che influenzano il funzionamento di corpo e cervello. Il cuore invia di gran lunga più informazioni al cervello di quante il cervello ne invii al cuore: il 90/95% dei nervi che connettono cuore e cervello, infatti, sono fibre neurali afferenti, cioè ascendenti, che portano l’informazione da cuore a cervello.

Inoltre, il cuore comunica al cervello in altri quattro modi:
neurologicamente, attraverso la trasmissione di impulsi nervosi,
biochimicamente, con l’azione di ormoni e neurotrasmettitori,
biofisicamente, attraverso le onde della pressione sanguigna,
energeticamente, attraverso le interazioni del campo elettromagnetico.

La comunicazione tra questi percorsi influenza l’attività del cervello e la ricerca mostra che i messaggi che il cuore manda al cervello influenzano un ampio raggio di funzioni mentali e la nostra performance.
Sono stati i coniugi Lacey tra gli anni 60 e 70 i primi a comprendere che il cuore manda informazioni al cervello che non sono il cervello comprende, ma anche obbedisce, tali da influenzare percezioni e comportamenti: e si sono anche scoperti meccanismi attraverso i quali degli input da cuore a cervello possono inibire o facilitare l’attività del cervello.
Le informazioni sono inviate da cuore a cervello attraverso diversi percorsi neuronali che salgono da cuore a cervello. Questi percorsi ascendenti entrano nel cervello in un area chiamata midollo, collocata alla base del cervello. I segnali del cuore quindi si diffondono in tutti i centri più elevati del cervello, influenzando la percezione, la presa di decisione e altri processi cognitivi.
Si può pensare al ritmo cardiaco come a una sorta di codice Morse, che contiene istruzioni per il cervello. I segnali neuronali che il cuore invia sono continuamente monitorati dal cervello e aiutano ad organizzare percezioni, sentimenti e comportamenti. Il cuore così impatta direttamente sul modo che ha il cervello di percepire e processare informazioni.
Di rilevante significato è l’influenza degli input del cuore sull’attività della corteccia, la parte del cervello che governa il nostro pensiero evoluto e la capacità di ragionamento. In base alla natura degli input del cuore, questi possono inibire o facilitare l’attenzione, la memoria di lavoro, i processi corticali, le funzioni mentali e la performance.
Nel 1993 l’Heartmath Institute (IHM)ha iniziato ad esplorare i meccanismi psicologici dai quali il cuore comunica col cervello, influenzando focus, processo di informazioni, percezioni, emozioni e salute. HeartMath esplora come il cuore sia un centro altamente complesso e autonomo di decodifica e processo di informazioni, le cui influenze coinvolgono le funzioni del cervello e di molti organi e in buona sostanza la qualità della vita.
Il cuore è il più potente generatore di pattern ritmici nel corpo umano. Ad ogni battito il cuore non solo pompa sangue, ma trasmette informazioni neurali, ormonali, di pressione e elettromagnetiche al cervello e a tutto il corpo.
Gli studi di Heartmath hanno dimostrato che, sebbene cuore e cervello siano in costante comunicazione reciproca, ognuno di noi ha la capacità di permettere consapevolmente e intenzionalmente al proprio cuore di comunicare al cervello in un modo da potenziare le nostre funzioni cognitive e la nostra salute.

Docenti: Carmela Romano

Scuola: I.SI.I.S.Palizzi e Boccioni – Napoli – Napoli

In mostra nella tappa:

  • Napoli 2021