Il Selfie di OPERA

di Donato Di Ferdinando (Bologna)

Ho usato un principio di ottica antichissimo per rappresentare un coacervo di modernità e di tecnologia avanzata quale è un apparato sperimentale di fisica delle particelle. Ho costruito una macchina fotografica elementare tramite una scatolina da tè ; ho verniciato l’interno di nero ed ho praticato su una sua parete un piccolo foro stenopeico. All’interno della scatola, nella parete interna opposta al forellino, ho fissato una emulsione nucleare appartenuta all’esperimento OPERA. OPERA, è stato in funzione presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso ed ha impiegato le emulsioni nucleari per la conferma sperimentale delle oscillazioni di neutrino. Le emulsioni nucleari, infatti, sono speciali gelatine fotografiche, arricchite di grani di argento, che permettono la misura spaziale ed angolare delle tracce di particelle cariche che le attraversano con una elevatissima accuratezza. Ho puntato la fotocamera artigianale verso l’apparato OPERA così che l’emulsione dentro la scatola fosse esposta alla luce che da esso rimbalzava. Ho esposto per più di 72 ore e poi fatto uno sviluppo chimico ottenendo una pellicola, che, acquisita poi con apposito scanner, ha generato la foto presentata. Quale rivelatore può rivelare sé stesso in tutta la sua interezza? In questo “scatto” un piccolissimo elemento di OPERA rivela sé stesso in tutta la sua grandezza, una specie di selfie, che ormai noi tutti siamo soliti fare; le imperfezioni dell’emulsione hanno poi dato un sapore retrò allo scatto, quasi un filtro con cui andare subito su Instagram.

In mostra nella tappa:

  • I edizione 2022